Sito preistorico

I primi indizi di una frequentazione preistorica di Galceti si ebbero nel 1935 a seguito del rinvenimento di frammenti di diaspro lavorato che testimoniano la presenza umana certa nell’Area del Monteferrato risalente a 35.000 anni fa (Homo di Neanderthal). La prevalenza degli strumenti litici rispetto agli scarti di lavorazione attesterebbe che la zona fu abitata per periodi relativamente lunghi e non frequentata saltuariamente per l’approvvigionamento della materia prima. La raccolta di Galceti conta numerosi manufatti che sono stati censiti e catalogati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici e che sono esposti all’interno del Museo. I manufatti litici sono attribuibili per tipologia ad un Musteriano evoluto. Tali reperti, con i loro caratteri comuni soltanto a poche altre industrie litiche, risultano decisamente interessanti perché rappresentano una realtà di transizione tra le Culture del Paleolitico Medio e del Paleolitico Superiore. All’interno del Parco è allestito un percorso didattico “dedicato” con l’esposizione di un modello di Homo di Neanderthal e la ricostruzione di un “riparo sotto roccia”, ipotesi di abitazione tipica di quest’area. Il sito archeologico della Stazione Paleolitica di Galceti è segnato anche nella carta archeologica d’Italia.
Sulle pendici e nei dintorni del Monteferrato sono stati rinvenuti inoltre diversi strumenti neolitici attribuibili a culture recenti, caratteristiche di Homo sapiens e materiale fittile attribuibile all’Età del Bronzo finale. Lo sfruttamento delle sabbie e delle argille derivanti dall’alterazione delle rocce della zona è perdurato a lungo, tanto da divenire una vera e propria tradizione nell’area di Figline, il cui toponimo deriva probabilmente dal latino figlinae (o figulinae) per indicare “l’arte del vasaio”. Le sabbie di alterazione iniziarono ad essere utilizzate poi successivamente nella fiorente industria laniera per la follatura delle lane.
Lo sfruttamento delle risorse del territorio è proseguito poi con l’estrazione di gabbri per la produzione di macine da mulino e per la costruzione di edifici e con l’estrazione delle serpentiniti (Marmo Verde di Prato) per uso architettonico-decorativo.