Nomadic, canto per la biodiversità. Spettacolo gratuito per le scuole con il Museo Italiano di Scienze Planetarie

21 Novembre 2025

Un ponte fra arte e scienza, un invito a superare le barriere mentali e fisiche in un’epoca segnata dalle crisi migratorie. “Nomadic, canto per la biodiversità”, è uno spettacolo che parla ai giovani, ai bambini della primaria e ai ragazzi delle scuole secondarie, con l’obiettivo di diventare un potente invito a riconoscere e celebrare la diversità come nostra più grande ricchezza e fonte di resilienza.
Ed è con questo spettacolo, che si avvale dei testi e della voce narrante del filosofo Telmo Pievani, che il Museo Italiano di Scienze Planetarie ha deciso di celebrare il proprio ventesimo compleanno, regalando alle scuole pratesi una replica completamente gratuita la mattina di venerdì 21 novembre alle 10.30 al Politeama Pratese.
“Abbiamo fatto una scommessa, quella di soffiare le venti candeline del Museo insieme ai bambini e ai ragazzi delle nostre scuole, scegliendo uno spettacolo che ripercorre il cammino delle migrazioni, ma per proiettarci verso il futuro. Perché la migrazione che oggi ci aspetta è quella verso lo spazio. Come i nostri progenitori fin dall’alba dell’uomo sulla terra, hanno colonizzato via via tutto il pianeta, noi oggi stiamo partendo per l’esplorazione dello spazio - spiega il direttore della Fondazione Parsec Marco Morelli – E nessuno, più dei nostri ragazzi, ha bisogno di affrontare le prospettive del futuro, con tutte le loro incognite, comprendendone le radici, perché le migrazioni di oggi siano fondate sulla connessione e sul rispetto reciproco tra tutte le forme di vita”.
Nomadic è in cartellone nella stagione teatrale 2025-2026 del Politeama Pratese, la sera di giovedì 20 novembre (inizio alle 21), infatti, lo spettacolo sarà a pagamento per il pubblico (biglietto 15 euro, acquistabile alla biglietteria del teatro, Ticketone e Boxoffice), ma il dono offerto alle scuole dal museo non è certo banale. “Invitiamo le scuole a prenotarsi al più presto, ci sono 800 posti che aspettano di essere occupati. Scrivete a info@fondazioneparsec.it”, conclude Morelli. L’evento è realizzato in collaborazione con il Progetto Prato Comunità Educante della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Con i testi e la voce narrante del filosofo Telmo Pievani, la direzione musicale di Gianni Maroccolo e la colonna sonora di interpreti quali Csi, Philip Glass, Litfiba, Claudio Rocchi, Marlene Kuntz, Franco Battiato, lo spettacolo fa riflettere sul rispetto reciproco tra tutte le forme di vita, esplorando rotte migratorie umane e animali con empatia e profondità.
Lo spettacolo ha riscosso ampio consenso nell’anteprima a Roma e nel primo tour autunnale, che ora si replica. La versione integrale, ripresa dalla Rai, è stata trasmessa su Rai Scuola e un frammento dello stesso spettacolo ripreso da Alberto Angela nella sua trasmissione «Noos».
Il cast è composto da Angela Baraldi voce, Andrea Chimenti voce e chitarra, Antonio Aiazzi tastiere, fisarmonica e piano, Simone Beneventi vibrafono e percussioni, Simone Filippi voce, percussioni, electronics, Marco Cazzato illustrazioni video, Michele Bernardi video in animazione, Vladimir Jagodic sound engineer.

“Migrano da sempre gli animali, inseguendo l’alternarsi delle stagioni, in cerca di risorse e futuro. Migrano da sempre le specie umane, da due milioni di anni, partendo e ripar-tendo ogni volta dalla casa africana. Le loro rotte, a partire da un piccolo gruppo di pio-nieri del Corno d’Africa, hanno creato il magnifico mosaico delle culture umane sulla Ter-ra: prima in Medioriente, poi in Caucaso, quindi nelle steppe sconfinate dell’Asia centra-le, verso l’estremo Oriente e l’Indonesia, poi piegando ad Occidente in Europa e ancora salendo verso il vasto Nord, quindi attraversando il mare ed entrando in Australia, cal-cando i ghiacci della Beringia, continente ora sommerso, e irrompendo verso il sud delle Americhe. Tutti i popoli della Terra hanno una radice comune. Per questo le razze non esistono, stanno solo dentro le nostre teste, giacché siamo tutti discendenti da una stes-sa tribù africana migrante»
(Telmo Pievani – Gianni Maroccolo)